Al contrario, quando i livelli di glucosio sono elevati, la concentrazione di glucagone diminuisce attivando glicogenosintesi. Inoltre a livelli di glicemia elevata viene attivata dal glucagone la glicolisi, ovvero il processo catabolico del glucosio stesso. L’ ormone antagonista del glucagone è l’insulina che agisce in modo opposto. L’insulina è un ormone proteico prodotto dalle cellule β delle isole di Langerhans all’interno del pancreas, secreto quando il livello della glicemia è alto. L’organismo umano, richiede regolare la sua omeostasi in ogni momento della sua esistenza. Tra questi precisi equilibri c’e la necessità di mantenere costante la concentrazione ematica di glucosio. La presenza di una concentrazione di glucosio nel sangue, inferiore alla normalità, è avvertita dall’organismo che tramite l’ ormone glucagone provvede a una compensazione iperglicemizzante. Un altro ormone l’adrenalina, ha lo stesso compito del glucagone, ma a differenza di questo, l’adrenalina agisce soprattutto a livello muscolare.Il livello massimo di glucagone è raggiunto fisiologicamente durante il riposo notturno compatibilmente con i livelli glicemici. In efficienza omeostatica il glucagone provvede a una perdita media tra 400 grammi e 800 grammi di grasso corporeo a settimana ottenuta per liberare glucosio soprattutto durante le fasi notturne. Questa prestazione del glucagone è inibita da una alimentazione serale ricca di carboidrati e zuccheri. Pasti serali glicemici inibiscono per feed back il glucagone. Un’ulteriore retroazione negativa sul glucagone è operata dalla somatostatina, l’inibitore ormonale della crescita. Il senso biologico di questa modulazione è dovuto alla minore richiesta notturna di glucosio se i processi di crescita e rigenerazione sono inibiti.
Il glucagone è un dunque ormone catabolico che eleva in vario modo la glicemia e che possiede un’acrofase circadiana notturna. Il glucagone è assente durante le finestre di attività dell’insulina.Le caratteristiche del funzionamento del glucagone nel corpo umano permettono di modulare in alimentazione i carichi di carboidrati in modo coerente durante l’arco delle ventiquattro ore. Salvo particolari patologie, le caratteristiche circadiane del glucagone definiscono favorevole un pasto serale proteico e particolarmente ricco di fibre. Al contrario la prima colazione dovrebbe essere preferibilmente ad alto tenore glicemico e a PRAL molto negativo. L’esame della composizione corporea evidenzia il buon funzionamento del glucagone tramite sequenze bioimpedenziometriche caratterizzate da valori adeguati della massa grassa. Nei pazienti con aumento della massa grassa invece, il ripristino del funzionamento corretto del glucagone coincide con sequenze bioimpedenziometriche caratterizzate da valori della massa grassa in riduzione.
La alimentazione è per molti pazienti lo strumento iniziale per la cura dei propri disturbi. La alimentazione prescritta dal medico non è certamente uguale per tutti i pazienti, ma richiede una personalizzazione coerente con la storia clinica e l’analisi di composizione corporea espressa dal singolo. Una delle caratteristiche fondamentali del trattamento tramite alimentazione coerente è la rilevazione strumentale dei parametri metabolici del soggetto preso in esame. Un alto livello di precisione ed efficienza nella valutazione della funzione metabolica permette di definire le condizioni di benessere ottenibili in alimentazione per il paziente. La nutrizione clinica è un approccio all’alimentazione basato sul calcolo del carico glicemico, i valori nutrizionali degli alimenti e la loro risposta sull’equilibrio acido base. Il calcolo del carico glicemico o GL Glicemic Load di un alimento è in grado di prevedere la risposta glicemica e quell’insulinemica dell’organismo in seguito alla sua assunzione. Questo fattore dipende dalla qualità dei carboidrati contenuti nell’alimento e in particolare dalla rapidità con cui questi possano essere digeriti. La alimentazione in nutrizione clinica si valuta tramite un esame strumentale l’andamento della curva glicemica e il carico di acidità renale nelle ventiquattro ore in seguito all’assunzione di un alimento o di un pasto complesso. La alimentazione in nutrizione clinica può essere associata a trattamento con agopuntura e omeopatia. Il trattamento di una malattia tramite alimentazione in pazienti sottoposti a agopuntura e omeopatia, può essere parte di una gestione integrata del paziente. La prescrizione di una alimentazione in terapia non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale. Al contrario l’alimentazione corretta a stabilisce con tutte le forme di medicina una virtuosa sinergia e un’opportunità anche a livello di prevenzione.