Sensibilita ai cambiamenti del clima e alimentazione
La sensibilita eccessiva ai cambiamenti del clima potrebbe migliorare tramite una alimentazione coerente a ritmi ambientali. La meteoropatia è una particolare sensibilita di alcuni soggetti tale da evidenziare precisi disturbi emotivi e neurovegetativi in occasione di eventi e variazioni del clima. Il paziente afflitto da sensibilita ai cambimamenti del clicma è particolarmente predisposto a rispondere a certe variazioni in modo non proporzionale allo stimolo. L’esposizione a stress emotivo e malattie fisiche precedenti sembra favorire la sensibilita, anche se non si conosce ancora il motivo preciso per il quale alcuni soggetti diventano meteoropatici e altri no. Normalmente il paziente con sensibilita ai cambiamenti del clima accusa disturbi prima che avvengano mutamenti delle condizioni, ha quindi una fase acuta corrispondente alla variazione del clima e una rapida attenuazione con scomparsa dei sintomi coincidente con la fine della situazione climatica. Alla fase acuta della sensibilita ai cambiamenti del clima possono essere associati a sintomi fisici anche stati d’irritabilità, ansia e insonnia. Alla fine della fase acuta della meteoropatia invece possono permanere per un certo arco temporale debolezza, apatia, depressione. La sensibilita ai cambiamenti del clima più frequentemente è collegata all’insorgenza di episodi climatici ventosi o temporaleschi accompagnati da una diminuzione della pressione atmosferica, pioggia, umidità e cielo nuvoloso.
La meteoropatia è una sensibilità alle variazioni climatiche e rappresenta pertanto un’applicazione di memorie biologiche tese alla sopravvivenza. Tutti i comportamenti che durante l’evoluzione delle specie sono stati coronati da successo nella lotta incessante per la sopravvivenza, sono trasmessi alla discendenza. Tali memorie sono allocate nella parte più antica del sistema nervoso centrale e pertanto non accessibili a livello conscio. La capacità di alcuni animali di prevedere i cambiamenti climatici normali ed estremi è stata senza dubbio un vantaggio selettivo immenso. I comportamenti di fuga dall’evento climatico di questi animali sono sempre accompagnati da un disagio o meteoropatia fisiologica che si risolve solo a conclusione dell’evento climatico stesso. Per motivi insiti nel risentito, i pazienti con sensibilita ai cambiamenti del clima attivano la capacità di prevedere un evento climatico e attuano quello stato di disagio fisico e psichico che si associa a comportamenti di fuga. Generalmente questa condizione è accompagnata da un preciso corteo sintomatologico.
La alimentazione è un metodo da considerare nel trattamento della sensibilita ai cambiamenti del clima. Certamente mangiare con attenzione favorisce il decorso di ogni patologia. La alimentazione equilibria però le retroazioni ormonali che caratterizzano l’allarme connesso a meteoropatia. L’attivazione persistente dell’asse HPA dei soggetti dismetabolici pone l’alimentazione al centro della correzione dei MUS ovvero Medically Unexplained Symptoms, tra quali rientra la eccessiva sensibilita ai cambiamenti del clima. Sopratutto rientra tra i MUS l’alterazione della termoregolazione che interagisce negativamente con la sensibilita ai cambiamenti del clima. Infine nella reazione di allarme biologico è interferente la modulazione del ritmo del cortisolo endogeno e dei feed back connessi all’insulina. La alimentazione modula questi rapporti tramite sequenze nutrizionali elaborate strumentalmente. Per l’alimentazione la corretta circadianità nell’introduzione di pasti composti attua una regolazione complessa sull’asse HPA, inducendo un’attenuazione nel deficit di termoregolazione e nell’instabilità delle risposte neurovegetative connesse. Gli esami necessari nell’alimentazione per la valutazione delle sequenze nutrizionali sono bioimpedenziometrici e pertanto ben tollerare da tutti i pazienti.
La alimentazione può interferire favorevolmente in molte patologie, contribuendo in tal modo a una migliore gestione del paziente. I rapporti indicati nell’ analisi della composizione corporea, le interazioni degli ormoni, la personalità e la sofferenza emozionale sono essenziali alle valutazioni. Tali valutazioni sono necessarie per stabilire con precisione nel singolo paziente, l’alimentazione corretta e la necessità di una eventuale integrazione con rimedi biologici o farmaci. Anche campi emozionali, conflitti biologici patiti e risentito del paziente sono oggetto di indagini perchè possiedono interazioni precise con le alterazioni dei tessuti, i comportamenti e la sofferenza a qualsiasi livello si esprima.
Per la alimentazione clinica si consiglia di rivolgersi a un medico che operi solo tramite l’analisi della composizione corporea delle sequenze nutrizionali e delle terapie associate proposte al paziente. Le terapie associate possono essere farmacologiche chirurgiche o alternative. Associare all’alimentazione rimedi di medicina non convenzionale, come la fitoterapia, l’ agopuntura, l’ omotossicologia o l’ omeopatia evita i danni iatrogeni, ma è necessario valutare l’efficacia nei singoli casi. In alimentazione consigli e valutazioni basate solo sulla sola esperienza del medico, senza verifica strumentale della composizione corporea sono caratterizzate da approssimazione non coerente con il metodo. La alimentazione è un metodo denotato da alta precisione che non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale. Al contrario la alimentazione stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità per una gestione integrata e intelligente del malato.
Dott. Fabio Elvio Farello, Dieta a Roma