Addison e alimentazione coerente con il trattamento
La alimentazione nel morbo di Addison contribuisce alla gestione integrata del paziente con strategie alimentari idonee a sostenere la risposta corticosurrenale e quella adattativa stress. La malattia di Addison o morbo di Addison è una insufficienza corticosurrenale cronica che deriva da una severa riduzione, a carattere permanente e irreversibile degli ormoni elaborati dalla corteccia surrenale. La manifestazione della malattia è connessa alla compromissione della corteccia surrenalica. La maggior parte dei casi è dovuta a aggressione autoimmune della ghiandola, anche se esisto casi di atrofia idiopatica, ovvero senza una meccanismo induttivo indagato. Nelle forme autoimmuni di Addison si riscontrano autoanticorpi ACA Anti Cortex Antibodies. Spesso il morbo di Addison è associato ad altre forme autoimmuni come la tiroidite. Altri casi di morbo di Addison sono dovute alla compromissione nel funzionamento della ghiandola dovuto ad altre malattie. La carenza di aldosterone e cortisolo è responsabile delle manifestazioni più gravi del morbo di Addison, mentre la carenza di androgeni surrenalici è solo responsabile della riduzione dell’apparato pilifero nella donna, specie a livello ascellare. Il deficit di aldosterone compromette la facoltà capacità di trattenere sodio insieme a acqua e di eliminare potassio a livello dei tubuli renali.
L’incapacità di concentrare le urine, associata alle modificazioni dell’equilibrio elettrolitico, determina una grave disidratazione, ipertonicità plasmatica, acidosi, ipovolemia, perdita di peso, ipotensione. L’aumento del ACTH comporta una aumento della pigmentazione cutanea. La diagnosi confermata tramite test di laboratorio. L’insufficienza corticosurrenalica può essere diagnosticata dimostrando l’incapacità ad aumentare i livelli plasmatici di cortisolo o l’escrezione urinaria di cortisolo libero dopo la somministrazione di ACTH. Per la diagnosi occorre distinguere tra malattia di Addison primitiva ovvero provocata dal surrene e secondaria o provocata dalla dell’ipofisi. Nei pazienti con una patologia primitiva del surrene, il livello plasmatico di ACTH è elevato mentre i pazienti con insufficienza ipofisaria hanno un basso livello di ACTH. La terapia convenzionale inizia somministrando dosi massive di corticosteroidi e reintegrando le perdite con infusioni di NaCl isotoniche.
Sintomi maggiori del morbo di Addison:
- perdita di sodio
- perdita di acqua
- aumento del potassio
- disidratazione
- acidosi
- ipotensione
- astenia, apatia e rassegnazione
- alterazione del ritmo cardiaco
- riduzione del glicogeno epatico
- ipoglicemia
- anemia
- iperpigmentazione della cute e mucose
Il morbo di Addison è una malattia caratterizzata da interferenze con la alimentazione seguita dal paziente. La alimentazione routinaria del paziente interagisce con il cortisolo per il tramite di feedback ormonali precisi. Una alimentazione inadeguata comporta infatti, una disregolazione anche del ritmo circadiano dei glucocorticoidi. Il cortisolo dovrebbe esprimere la sua acrofase circadiana intorno alle nove del mattino e la sua batifase circadiana a mezzanotte. Alla presenza a ritmi alimentari non coerenti, si assiste a un’alterazione dell’asse HPA. Questa è caratterizzata da perdita d’equilibrio tra gli ormoni CRH, ACTH e cortisolo. Gli effetti negativi di una circadianità perduta cortisolo, “flat cortisol” e delle alterate retroazioni ormonali interferiscono con la malattia di Addison. La scelta corretta del cibo favorisce tramite le retroazioni ormonali una migliore risposta immunitaria e un recupero dei corretti feedback regolativi. Il paziente assume cibo secondo rapporti glicemici commisurati alla circadianità del cortisolo e soprattutto conservanti la massa magra. La alimentazione integra la terapia convenzionale della malattia di Addison e può interferire favorevolmente tramite il ripristino dei feedback ormonali, contribuendo in tal modo a migliore gestione del paziente.
La alimentazione coerente con il trattamento non è applicata solo al fine di ottimizzare il peso forma, ma sopratutto per contenere l’espressione di molte patologie. Si tratta di una metodica complessa che considera la scelta del cibo e dello stile di vita parte integrante di una terapia. Una alimentazione coerente con il trattamento si associa efficacemente a terapia farmacologica consentendo di ridurne il dosaggio, motivo evidente per il quale è spesso banalizzata e trascurata nelle prescrizioni. La alimentazione coerente è anche uno strumento di prevenzione importante per molte malattie. Cibo e cura sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. Il trattamento tramite alimentazione è integrativo e non sostitutivo di altri strumenti di terapia. Si consiglia di rivolgersi a un medico, verificando l’iscrizione dell’operatore presso Ordine dei Medici, assicurandosi che operi le scelte in terapia tramite l’ analisi della composizione corporea. Il trattamento in alimentazione del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello