Cortisolo in una alimentazione coerente con la salute
Cortisolo in una alimentazione coerente con la salute
Una alimentazione coerente con la salute considera le interazioni tra cibo e ormoni tra questi anche il cortisolo. La alimentazione non rappresenta la semplice fornitura di un carburante a un complesso meccanismo che lo consuma per sostenersi. La alimentazione è una forma di comunicazione tra ambiente e organismo. Essa è modulata pertanto da una rete di retroazioni ormonali significative per tale interazione. Conoscere gli ormoni, le loro funzioni e soprattutto la loro modulazione è essenziale per stabilire quale cibo è maggiormente indicato per ogni soggetto esaminato. I glucocorticoidi sono una classe di ormoni steroidei che, nell’uomo, sono prodotti in particolare dalla ghiandola surrene.Il cortisolo è un ormone di risposta allo stress alimentare ed emozionale. La circadianità fisiologica è diurna. Il cortisolo è un adattamento biologico allo stress da esposizione a predatore o da fame. Le azioni dipendenti da questo ormone rispondono efficacemente nel breve periodo agli eventi stressogeni indicati. L’eccessiva estensione temporale dell’elevazione del cortisolo produce invece danni organici impegnativi.
Il più importante glucorticoide umano è il cortisolo e le sue funzioni principali del cortisolo sono:
1) aumento della glicemia
2) riduzione delle risposte infiammatorie e immunitarie.
3) catabolismo della massa magra
L’aumento della glicemia indotto viene ottenuto stimolando la gluconeogenesi epatica, che a sua volta è sostenuta dagli amminoacidi derivanti da un accentuato catabolismo proteico, soprattutto a livello dei muscoli scheletrici. L’azione catabolica e l’iperglicemica comportano per tale ormone una funzione opponente all’insulina. L’altra importante funzione è contrastare l’infiammazioni, in quanto il cortisolo possiede una spiccata capacità anti-immunitaria. Per questo motivo molti farmaci anti-infiammatori si basano su questo ormone. Il cortisolo provvede per il catabolismo della massa magra a una serie di retroazioni inibitorie. Il cortisolo inibisce la sintesi di DNA e RNA, inibisce la sintesi delle proteine, inibisce l’ ormone della crescita GH, inibisce il testosterone e inibisce la tiroide. Tutte queste inibizioni contribuiscono al catabolismo della massa magra. L’eccesso di quest’ormone è denominato ipercorticosurrenalismo, o ipercortisolismo, o sindrome di Cushing. Troppo ormone ha come sintomi stanchezza, osteoporosi, iperglicemia, diabete mellito tipo II, perdita di tono muscolare e cutaneo, colite, gastrite, impotenza, perdita della libido, aumento della pressione arteriosa e della concentrazione sanguigna di sodio, strie cutanee, depressione, apatia, euforia, diminuzione della memoria. L’ipercortisolismo può essere una patologia a se stante oppure conseguenza di una medicazione farmacologica con cortisone a dosi troppo elevate.La alimentazione e lo stress patito interferiscono in modo significativo con il corretto equilibrio del cortisolo. Stress e alimentazione inadeguata comportano, infatti, una disregolazione anche del ritmo circadiano dei glucocorticoidi. Il cortisolo dovrebbe esprimere la sua acrofase circadiana intorno alle 9 del mattino e la sua batifase circadiana a mezzanotte. Alla presenza di stress sia endogeno, sia esogeno e a ritmi alimentari non coerenti, si assiste a un’alterazione dell’asse HPA. Questa è caratterizzata da perdita di equilibrio tra gli ormoni CRH, ACTH e cortisolo. Gli effetti negativi di una circadianità perduta cortisolo e delle alterate retroazioni ormonali comportano: l’aumento della glicemia, la riduzione nella fissazione del calcio, l’interferenza con l’equilibrio ormonale, l’aumento della massa grassa, la diminuzione della massa magra, la stanchezza, la perdita dei sistemi tampone, la perdita di potassio, la ritenzione idrica e l’alterazione della corretta risposta immunitaria.
L’alterazione della circadianità del cortisolo è responsabile della ridistribuzione del grasso corporeo, in particolare provoca una perdita di adipe nelle parti più distali e un aumento di depositi addominali e sul viso. Gli adipociti addominali possiedono, infatti, quattro volte più recettori per il cortisolo rispetto agli altri. Appare evidente dunque che è opportuno evitare incrementi eccessivi e prolungati dei livelli di questo omrone. I picchi d’insulina successivi agli stress servono a contenere i livelli di cortisolo elevati. In certe circostanze precise può essere e indicato perciò assumere dopo elevati livelli di stress dei carboidrati a PRAL molto negativo come i fichi secchi o le patate stimolando la produzione d’insulina per abbassare i livelli di cortisolo permettendo di conservare la massa magra.Le caratteristiche del funzionamento del cortisolo nel corpo umano permettono di modulare i carichi di carboidrati alimentari in modo coerente durante l’arco delle ventiquattro ore. Salvo particolari patologie, le caratteristiche circadiane del cortisolo definiscono favorevole una alimentazione serale proteica e particolarmente ricca di fibre. Al contrario la prima colazione dovrebbe essere preferibilmente ad alto tenore glicemico e a PRAL molto negativo. L’esame della composizione corporea evidenzia la corretta circadianità del cortisolo tramite sequenze bioimpedenziometriche caratterizzate da valori corretti di massa magra e un angolo di fase PA superiore a 4,5°. Nei pazienti che non evidenziano queste caratteristiche il ripristino del funzionamento corretto, implica oltre a terapie specifiche per le patologie anche una alimentazione corretta.
La alimentazione coerente con il trattamento non è applicata solo al fine di ottimizzare il peso forma, ma sopratutto per contenere la risposta infiammatoria e la acidificazione associata a patologia. Si tratta di una metodica complessa che considera la scelta del cibo e dello stile di vita parte integrante di una terapia. Una alimentazione coerente con il trattamento si associa efficacemente a terapia farmacologica consentendo di ridurne il dosaggio, motivo evidente per il quale è spesso banalizzata e trascurata nelle prescrizioni. La alimentazione coerente è anche uno strumento di prevenzione importante per molte malattie. Cibo e cura sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. Il trattamento tramite alimentazione è integrativo e non sostitutivo di altri strumenti di terapia. Si consiglia di rivolgersi a un medico, verificando l’iscrizione dell’operatore presso Ordine dei Medici assicurandosi che operi le scelte in terapia tramite l’ analisi della composizione corporea. Il trattamento in alimentazione del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello
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