Raffreddore allergico e alimentazione coerente con la cura
La alimentazione è utilizzata nel trattamento del raffreddore allergico per applicare strategie nella scelta del cibo idonee a contenere l’infiammazione. Si tratta di valutare il cibo al fine di contenere la flogosi nel raffreddore allergico, integrando altri presidi di terapia, favorendo il decorso decorso e prevenendo recidive. Il raffreddore allergico è una malattia emergente che tracima spesso oltre i criteri di stagionalità è può diventare un problema continuativo per il paziente. Le minori occasioni di contrarre malattie infettive rispetto alla generazione passate, la pratica intensa delle vaccinazioni. Anche l’abuso di di farmaci, correla con un rischio maggiore di raffreddore allergico. A questi fattori favorevoli alle raffreddore allergico deve essere aggiunto certamente l’aumentato contatto con materiali sintetici, a cominciare dagli abiti, cuscini e materassi che non solo trattengono gli acari e altri allergenici in misura maggiore rispetto ai materiali naturali, ma sprigionano anche sostanze irritanti.
In un ambiente e in un cibo nel quale sono presenti molte sostanze chimiche prodotte dalle svariate attività umane, in altre parole allergeni potenziali, è più probabile che si sviluppino raffreddore allergico. La terapia convenzionale per le raffreddore allergico è sintomatica e adotta generalmente farmaci antinstaminici in varie modalità di assunzione. La terapia convenzionale è certamente efficace, ma certamente l’uso di chimica anche nella terapia delle raffreddore allergico è efficiente per quelle terapie che si concludono.
La alimentazione può essere associata al trattamento del raffreddore allergico sia in prevenzione sia durante la fase sintomatica. La alimentazione contribuisce a ridurre terapia maggiormente invasiva. Una alimentazione coerente è utile nel raffreddore allergico per applicare strategie alimentari idonee a ridurre la flogosi e la situazione metabolica iperacida tipica in questi pazienti. L’assunzione abitudinaria di certo cibo interferisce in modo significativo con il corretto equilibrio del cortisolo. Stress e alimentazione inadeguata comportano, infatti, una disregolazione testa del ritmo circadiano dei glucocorticoidi. Alla presenza di stress sia endogeno, sia esogeno e a ritmi alimentari non coerenti, si assiste a un’alterazione dell’asse HPA. Gli effetti negativi di una circadianità perduta cortisolo e delle alterate retroazioni ormonali comportano l’alterazione della corretta risposta infiammatoria. Una alimentazione coerente e personalizzata seleziona i pasti secondo le retroazioni ormonali indicate, determina un equilibrio acido-base e un contenimento della risposta infiammatoria. La alimentazione e la cura sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. Il trattamento tramite alimentazione è integrativo di altri strumenti di terapia.
Per una alimentazione si consiglia di rivolgersi a un medico. L’ iscrizione presso l’ Ordine dei Medici, oggi consultabile anche online, permettono una verifica semplice sull’operatore. Il trattamento del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità testa a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello