Allergia al nickel e alimentazione coerente
La alimentazione è utile nell’ allergia al nickel per favorire comportamenti alimentari riduttivi dell’ infiammazione cronica. La alimentazione interferisce nella risposta immunitaria tramite le retroazioni ormonali essenziali alla circadianità del cortisolo. L’ allergia al nickel, è osservata frequentemente in caso di dermatite allergica da contatto, ma si tratta solo di una di molteplici espressioni. La dermatite da allergia al nickel, è una patologia molto simile all’eczema.Il nichel è un metallo pesante tipicamente contenuto in alcuni gioielli, nelle parti metalliche dell’abbigliamento, piercing e nei bottoni. Purtroppo per una incauta gestione dell’ambiente e della preparazione del cibo il nickel è presente anche nel cibo.
Nella dermatite da allergia al nickel, sono afflitte soltanto le parti del corpo esposte direttamente a contatto. Il nichel in tal caso è considerato dal sistema immunitario come un corpo estraneo scatenando una reazione infiammatoria locale che tende biologicamente all’eliminazione dell’allergene. I fattori predisponenti o aggravanti per la allergia al nickel, sono:
- familiarità
- sovraccarico ambientale
- sudorazione acida della cute
- sovraccarico lavorativo
- intossicazione
- malattie interferenti
Il nichel provoca una reazione solo nelle persone con allergia, pertanto sono da indagare nel singolo soggetto affetto le cause della allergia e i fattori che la amplificano. Purtroppo però la dermatite non la sola e unica espressione della allergia al nickel, . Questo metallo per una incauta gestione della salute è finito nella catena alimentare e si trova anche negli alimenti che assumiamo ogni giorno. Nei pazienti affetti pertanto, anche il cibo può scatenare una reazione non soltanto cutanea:
- colite
- artrite
- gonfiore
- stanchezza
- alvo alterno
- disagio emozionale
- dolore
- emicrania
Il contenuto in nichel del cibo dipende in modo parziale dalla tipologia di cibo, mentre è fortemente influenzato dalla condotta di coloro che lo producono. Introduzione di chimica nei vari passaggi della filiera alimentare per motivazioni industriali e finanziarie è un problema noto dai costi sanitari e pertanto economici non più sostenibili. La terapia dell’allergia alimentare al nichel è la alimentazione di esclusione. Talvolta è necessario limitare anche l’utilizzo utensili da cucina metallici.
L’ allergia al nickel, essendo una reazione del sistema immunitario, non è curabile con farmaci, ma è gestita escludendo il contatto. Tale procedure implica un controllo dello stile di vita e della nutrizione. La terapia migliore considera oltre la alimentazione anche i fattori che predispongono alla reazione allergica. La alimentazione per l’ allergia al nickel, integra i trattamenti basati sulla esclusione del contatto e consiste in una modulazione favorevole della risposta immunitaria. La alimentazione è quindi fondamentale nelle infiammazioni locali o sistemiche come una delle strategie atte ad abbassarle progressivamente, al fine di ridurre l’incidenza, o quantomeno l’intensità della sintomatologia. Le abitudini alimentarie routinarie del paziente e l’ allergia al nickel, sono interconnesse da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. La alimentazione può interferire favorevolmente su tali rapporti contribuendo a una migliore gestione della malattia. Il trattamento tramite alimentazione è integrativo e non esclude altri strumenti di terapia. Perché la alimentazione sia pienamente efficiente, è opportuna integrazione nutrizionale di acqua e dei sistemi tampone necessari a contrastare la disidratazione e l’acidosi tipicamente associate alla allergia al nickel.
La alimentazione oltre a rappresentare un presidio per la terapia è anche uno strumento di prevenzione importante. Il cibo e la cura sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. Il trattamento è integrativo di altri strumenti di terapia. La alimentazione richiede, esami strumentali, valutazione dei sintomi e delle cause, diagnosi, conoscenza dei rimedi adatti al paziente, conoscenza di tutte le altre forme di terapia per la quali la alimentazione possa costituire alternativa o integrazione. Pertanto è preferibile che a prescrivere la alimentazione sia un medico. L’ iscrizione presso l’ Ordine dei Medici, oggi consultabile anche online, permette una verifica semplice sull’operatore.Il trattamento in alimentazione del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello