Alluce valgo e alimentazione coerente con il trattamento
Per l’ alluce valgo è utile una alimentazione che applichi strategie alimentari idonee a contenere l’infiammazione, l’acidificazione e la dispersione di massa magra. Si tratta di una metodica complessa integrata in una terapia che non si deve concludere solo con una precisa sequenza nutrizionale. L’impiego di una alimentazione è particolarmente importante in tutte le patologie degenerative e infiammatorie delle articolazioni che provocano dolore e disfunzione. L’ alluce valgo è una deformazione della postura del piede caratterizzata dall’allontanamento del primo metatarso e conseguente ripiegamento all’interno dell’ alluce. Si osserva una componente genetica per l’ alluce valgo in relazione ad una lassità legamentosa e muscolare dei flessori dell’ alluce e dei muscoli della volta plantare. Anche i piedi piatti possono influenzare l’insorgenza dell’ alluce valgo, diagnosticabile grazie alla tipica protuberanza che caratterizza tale affezione. L’ alluce valgo colpisce prevalentemente le donne. La motivazione di questa prevalenza per le donne risiede nella loro minore massa muscolare e nell’uso di calzature che favoriscono l’insorgenza dell’ alluce valgo, alterando la corretta postura e appoggio del piede.
Le forme che si manifestano in giovane età sono più spesso quelle con forte componente genetica. L’ alluce valgo può essere infatti la conseguenza di altri eventi clinici o dello stile di vita. All’ insorgenza dell’ alluce valgo contribuiscono però molto anche le cattive abitudini posturali, lo stile di vita e una nutrizione che non supporti bastevolmente il tono e l’efficienza dei tessuti articolari e muscolari. La base e l’ appoggio nell’alluce si altera, determinando la deviazione metatarsale verso l’esterno. Il primo metatarso e l’alluce non sono più allineati ma formano tra loro un angolo detto di valgismo da cui prende nome la deformità. Il sintomo principale del paziente con alluce valgo è il dolore che impedisce inizialmente la deambulazione prolungata o la corsa. In seguito e con l’ampliarsi dell’angolo di deviazione, l’ alluce valgo si manifesta con dolore al minimo sforzo o a riposo. La terapia convenzionale prevede, la somministrazione di FANS e infiltrazioni di corticosteroidi. La deformazione in stato avanzato, può esser corretta tramite intervento chirurgico. Le strategie terapeutiche tese ad evitare terapia invasiva sono certamente da preferire quando possibile. Il trattamento dell’alluce valgo è associato ad un controllo della postura assunta durante le attività routinarie esercitate durante il giorno e dello stile di vita. Una alimentazione iperalcalina a PRAL negativo è opportuna per favorire l’azione antinfiammatoria e un peso corporeo idoneo a favorire il recupero articolare.
La alimentazione coerente nella cura dell’ alluce valgo applica quelle strategie alimentari idonee a ridurre l’ infiammazione cronica, la situazione metabolica iperacida tipica in questi pazienti e contenere il peso corporeo. L’articolazione dell’ alluce risente certamente anche del carico oltre che del metabolismo. Secondo la alimentazione coerente le abitudini alimentari interferiscono in modo significativo con il corretto equilibrio del cortisolo. Gli effetti negativi di una circadianità perduta cortisolo e delle alterate retroazioni ormonali comportano l’alterazione della corretta risposta infiammatoria. La alimentazione oltre correggere le retroazioni ormonali connesse all’assunzione di cibo, determina un equilibrio acido-base e un contenimento del peso corporeo, L’applicazione di queste strategie modula la risposta infiammatoria.
La alimentazione coerente rappresenta un presidio per la terapia e uno strumento di prevenzione importante. La alimentazione e la cura sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. Il trattamento tramite alimentazione è integrativo di altri strumenti di terapia. La alimentazione coerente richiede, esami strumentali, valutazione dei sintomi e delle cause, diagnosi, conoscenza dei rimedi adatti al paziente, conoscenza di tutte le altre forme di terapia per la quali la alimentazione possa costituire alternativa o integrazione.
Si consiglia di rivolgersi a un medico, verificando l’iscrizione dell’operatore presso Ordine dei Medici, assicurandosi che operi le scelte in terapia tramite l’ analisi della composizione corporea. Il trattamento in alimentazione del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello