Definizione addominale e alimentazione
Nella definizione addominale è utile la alimentazione per modificare quelle abitudini alimentari che favoriscono l’aumento del grasso viscerale. Prima di ogni trattamento in estetica è opportuno infatti modificare lo stile di vita in alimentazione. Solo successivamente si dovrebbe applicare una terapia estetica locale e\o sistemica. Il grasso che ostacola una definizione addominale si implementa nel corso del tempo a seguito di numerosi fattori causali. L’aumento del pannicolo adiposo in zona ventrale ed è in relazione a svariate abitudini o patologie, ognuna per motivi diversi culminante in un aumento eccessivo dell’ingombro. La definizione addominale segnala una nutrizione e uno stile di vita adeguato. La mancanza di definizione addominale è invece percepita a secondo della sua estensione come un sinonimo di invecchiamento biologico, necessità di modificare l’abbigliamento indossato, svalutazione estetica, stress nella vita e magari anche una possibile patologia. Le manovre necessarie per il recupero della definizione addominale sono numerose e certamente merita di essere citata come prima il rapporto corretto con il cibo.
La alimentazione idonea a implementare la definizione addominale utilizza al posto delle “anziane” calorie, il carico glicemico Glicemic Load e il PRAL Potential Renal Acid Load del cibo consigliato. La alimentazione corretta inoltre è parametrata alle retroazioni ormonali del cibo ingerito e pertanto ogni pasto avrà una indicazione oraria nel quale è opportuno assumerlo. La finestra oraria di pasti consigliati è di massimo 60 minuti. A secondo della situazione metabolica del paziente, i pasti possono essere tre, quattro o cinque al giorno. L’indicazione di un orario di riferimento per i pasti è un avanzamento tecnologico notevole, non solo in estetica, ma anche nella cura di numerose malattie. Orari sbagliati possono determinare un aumento del grasso addominale anche in chi assume poche calorie di cibo.
Prima del trattamento con alimentazione funzionale alla definizione addominale, il soggetto è sottoposto ad un esame della composizione corporea per valutare l’entità del disturbo e per monitorare il decorso del trattamento. Il parametro AAT Addominal Adipose Tissue grasso addominale rappresenta l’area totale di grasso addominale misurata in cm2 all’altezza dell’ombellico circa. Il dato include sia il grasso viscerale sia il grasso sottocutaneo dell’area addominale. Tale parametro dell’ analisi di composizione corporea oltre al valore in estetica è prognostico di salute, antiaging o di malattie. L’ AAT Addominal Adipose Tissue grasso addominale ha negli uomini un range fisiologico tra 21 e 560 cm2. Nelle donne i valori normali sono allocati tra 30 e 460 cm2. Un’eccessivo AAT può determinare infatti una scarsa definizione anche in un soggetto magro. La massa grassa tende infatti ad accumularsi proprio attorno all’addome. Una alimentazione ipocalorica può aggravare i rapporti tra massa magra e massa grassa, danneggiando in tal modo la definizione addominale.
La alimentazione è concepita per un abbattimento selettivo o almeno prevalente della massa grassa, attraverso un uso vantaggioso delle retroazioni ormonali tra alimento e organismo alimentato. Monitorare con l’analisi di composizione corporea l’effettiva riduzione della massa grassa sulla parete addominale è una necessità metodologica non rinunciabile. La bilancia infatti non è un riferimento sufficientemente attendibile per la definizione addominale.
La alimentazione oltre a rappresentare un presidio per la terapia di molte malattie è anche uno strumento valido in estetica. La alimentazione e la cura sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. Il trattamento tramite alimentazione è integrativo di altri strumenti di terapia. La alimentazione richiede, esami strumentali, valutazione dei sintomi e delle cause, diagnosi, conoscenza dei rimedi adatti al paziente, conoscenza di tutte le altre forme di terapia per la quali la alimentazione possa costituire alternativa o integrazione. Pertanto somministrare alimentazione è atto medico. Si consiglia di rivolgersi a un medico, verificando l’iscrizione dell’operatore presso Ordine dei Medici. assicurandosi che operi le scelte in terapia tramite l’ analisi della composizione corporea. Il trattamento in alimentazione del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale. Al contrario laalimentazione stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello