Periartrite e alimentazione

Periartrite e alimentazione

periartrite e alimentazione
Periartrite e alimentazione

Per la periartrite scapolomerale una alimentazione corretta è dal punto di vista clinico molto utile perché consente di applicare strategie alimentari idonee a contenere l’ infiammazione e modulare il sistema endocrino.  Si consiglia però di associare un’ alimentazione controllata  ad ogni altra terapia per tutte  le condizioni connesse a dolore. Nella periartrite un’ alimentazione controllata può essere impiegata per coadiuvare la terapia antinfiammatoria e analgesica ed è priva di effetti indesiderati. Un’ alimentazione controllata è coerente con le patologie degenerative e infiammatorie della spalla e in particolare nella periartrite.

La periartrite scapolomerale è una causa frequente per il dolore  che coinvolge i tessuti che circondano l’articolazione delle spalle, borse sierose e tessuto connettivo. Questi tessuti s’infiammano evidenziando dolore e con il tempo possono formare calcificazioni. Il dolore da periartrite si presenta in modo graduale, prima con disturbi leggeri e poi con sintomi sempre più evidenti. La periartrite può comparire insieme ad un’artrosi cervicale aggravandone i disturbi.  La periartrite evidenzia disturbi che aggravano la notte e determinano una difficoltà a compiere i movimenti anche i più semplici. Con passare del tempo la periartrite se trascurata può determinare una riduzione importante della funzione articolare  per via delle calcificazioni e delle aderenze fibrose.La periartrite in lingua inglese è spesso denominata “frozen shoulder” o spalla congelata. La diagnosi delle cause implicate nella periartrite è eseguita da un medico tramite della visita e indagini strumentali tra le quali è importante accanto ad altro, la radiografia della spalla.

Un’ alimentazione controllata è dunque consigliabile nella periartrite scapolomerale per impiegare strategie alimentari idonee a ridurre l’ infiammazione cronica e correggere la situazione metabolica iperacida frequente in questi pazienti.   Le abitudini nell’ assunzione del cibo interferiscono in modo significativo con il corretto equilibrio del cortisolo. Stress e alimentazione inadeguata comportano, infatti, una disregolazione  del ritmo circadiano dei glucocorticoidi.  Alla presenza di stress sia endogeno, sia esogeno e a ritmi nutrizionali non coerenti, si assiste a un’alterazione dell’asse HPA.  Gli effetti negativi delle alterate retroazioni ormonali comportano interferenze anche con la corretta risposta infiammatoria. Un’ alimentazione controllata stabilisce i pasti secondo le retroazioni ormonali indicate, determinando un migliroe equilibrio acido-base, un contenimento della risposta infiammatoria e\o del dolore.

L’ alimentazione oltre a integrare la terapia  nella periatrite scapolmorale è  uno strumento di prevenzione  rilevante e a  basso costo; inoltre il paziente esegue da solo il trattamento. Alimentazione  e  cura sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici.  Il trattamento tramite un’ alimentazione controllata è integrativo di altri strumenti di terapia. Un’ alimentazione adeguata e coerente richiede esami strumentali, valutazione dei sintomi e delle causediagnosi, conoscenza dei rimedi adatti al paziente e la conoscenza di tutte le altre forme di terapia per la quali l’alimentazione possa costituire alternativa o integrazione. Per una corretta alimentazione si consiglia di rivolgersi a un medico che operi solo tramite la verifica strumentale delle sequenze nutrizionali e delle terapie associate proposte al paziente. Sequenze nutrizionali basate solo sull’esperienza del medico, senza verifica strumentale della composizione corporea e degli altri parametri sono caratterizzate da imperfezioni metodologiche non necessarie. Il trattamento del paziente anche con un’alimentazione adeguata e controllata non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale. Al contrario una alimentazione coerente stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.

Dott. Fabio Elvio Farello, Alimentazione a Roma